lunedì, ottobre 09, 2006

Computer via radio, record di velocità

Parla lecchese il nuovo record italiano di collegamento radio ad alta velocità tra computer. Il primato, 42 chilometri, è stato stabilito domenica mattina dal gruppo di radioamatori «Manoweb.com», che è riuscito a scambiare dati tra un computer posizionato sul Monte Cornizzolo, sopra Lecco e un altro sul Sasso Canale, in bassa Valtellina. Il segnale, che ha viaggiato a una velocità di 18 megabit, rispetto ai 4 megabit di un normale collegamento «Adsl», ha attraversato tutto il bacino del Lario. «Con questo esperimento – spiega Alessio Sangalli, uno dei promotori dell’iniziativa – abbiamo dimostrato come sia possibile portare le nuove tecnologie anche in territori di montagna, dove non arrivano le normali infostrutture». Per farlo non servono neanche troppi soldi, visto che i giovani lecchesi hanno investito circa 500 euro per realizzare le apparecchiature necessarie alla trasmissione.
«Il prossimo passo sarà tentare di arrivare a cento chilometri», prosegue Sangalli che, con gli altri del gruppo, ha già progettato un nuovo collegamento tra il telescopio dei Piani Resinelli, ai piedi della Grigna, e il planetario di Lecco, attraverso un ponte radio con una stazione di appoggio ai Piani d’Erna. «Utilizzando questo stesso sistema – conclude il radioamatore lecchese – sarà possibile collegare alla rete internet anche tutti i rifugi di montagna, dove si potranno installare delle centraline per il monitoraggio del territorio a servizio della Protezione civile, aumentando così il presidio e la prevenzione del dissesto».
Paolo Ferrario

da Avvenire (cronaca Lombardia) 10 ottobre 2006

lunedì, agosto 28, 2006

Padani in Sardegna

Sono iniziate da Cagliari (località Castello) le trasmissioni sui
93.700 MHz Fm di Radio Padania Libera. La copertura è garantita
per parte della provincia ed hinterland. Anche se la trasmissione
avviene a debole potenza rispetto alle altre emittenti presenti
nella postazioni, pare che questa mossa non sia stata gradita da
numerose emittenti, tra cui Radio Internazionale presente
sui 93.900. (fonte lista FMDX Italy)

domenica, agosto 20, 2006

La voce del Sahara di nuovo in onde corte


E' stato segnalato su diverse liste, come PlayDx e BclNews (dxer Luca Botto Fiora) o BDXC (Dave Kenny): su 7460 kHz è tornata Radio Nacional Saharaui, da Tindouf, Algeria. Qui a Milano, ieri domenica 20, alle 19 UTC arrivava molto bene in arabo.

La stazione è la voce della nazione Saharaui che si batte per l'indipendenza del Sahara ex spagnolo. Al momento del ritiro di Madrid infatti il Marocco invase il territorio negando alla popolazione locale il diritto di scegliere liberamente il proprio futuro politico.

In passato era possibile ascoltarla anche in spagnolo. Il sito riporta come orario dalle 23 alle 0000 UTC. Ma stasera ha continuato la programmazione in arabo. Emette pure in onde medie sui 1550 kHz e su Internet in diretta

sabato, agosto 19, 2006

SW Radio Africa, Zimbabwe e democrazia

A Ferragosto, passeggiando nel parco vicino casa con i Degen 1103 ho ascoltato SW Radio Africa:

4880 kHz 1745-1802 UTC 15/8/2006
SW Radio Africa, via Meyerton Sud Africa
talks, music, news at 1800, in English, good signal

Si tratta di una radio non ufficiale messa in piedi da oppositori politici del governo delle Zimbabwe. Il relay, in Sud Africa, non è registrato per evitare noie diplomatiche con lo Zimbabwe.

Per chi fosse interessato il sito della radio è www.swradioafrica.com

Sulla lista Radiorama il dxer Fiorenzo ha segnalato un articolo trovato su Peace reporter:

Londra, sobborghi nord.
Una piccola emittente, un gruppo di giornalisti e un telefono che squilla
incessantemente. E' SW Radio Africa, l'unico organo d'informazione
indipendente dello Zimbabwe, dove la libertà di espressione è una delle
tante vittime del governo del Presidente Robert Mugabe e dello Zanu-Pf, il
suo partito. Dopo la chiusura a tempo indeterminato dello Zimbabwe
Independent, l'ultimo quotidiano libero del Paese dell'Africa meridionale, è
la radio londinese la voce degli zimbabweani che chiedono pace, libertà e
giustizia. Notizie di cronaca, politica locale e internazionale, dibattiti e
interviste si alternano a spazi dedicati alla cultura e alla musica, secondo
un palinsesto radiofonico proibito a qualsiasi organo d'informazione
nazionale.

"Questa radio ha cominciato a trasmettere nel 2001 a Harare", racconta la
coraggiosa fondatrice Gerry Jackson. "Dopo solo sei giorni, però, il governo
l'ha fatta chiudere e ci siamo trasferiti in Inghilterra per poter
continuare a trasmettere liberamente". "Pur non avendo mai ricevuto minacce
dirette - spiega la Jackson - sappiamo di due nostri radioascoltatori in
Zimbabwe che sono stati arrestati e picchiati dalla polizia, perché intenti
a sintonizzarsi sulla nostra frequenza". Nulla possono Mugabe e i suoi
contro i megaHertz clandestini che lasciano la capitale britannica per
raggiungere, tutti i giorni dalle 18.00 alle 21.00 ora locale, gli
apparecchi di Harare, Bulawayo e dei villaggi persi tra i platani. Dietro ai
microfoni di SW Radio Africa ci sono alcune voci note alle radio nazionali
dello stato africano: oltre a Gerry Jackson ci sono Mandisa Mundawarara,
John Matinde, Georgina Goodwin, Tererai Karimakwenda, Violet Gonda e Richard
Allfrey.
Qualcuno li ha definiti i "magnifici sette", l'unico gruppo di giornalisti e
deejay ai quali è dato raccontare la verità senza restrizioni. Chi vuole
parlare, riportare, denunciare, esporre un problema o lanciare un appello ha
a disposizione due numeri di telefono, uno a Harare e uno a Londra, dotati
di segreteria telefonica. Un addetto richiama la persona interessata e
registra la testimonianza. E per coloro che hanno accesso a internet c'è un
link denso di notizie e aggiornamenti, oltre a una chat che lascia spazio ad
ogni tipo di dibattito.

"Per ora andiamo avanti grazie agli aiuti di alcune organizzazioni
non-governative" - continua sorridendo la Jackson - ma i problemi finanziari
non finiscono mai. Tuttavia continueremo a trasmettere e a raccontare a
tutti quelli che ci seguono il vero Zimbabwe".

lunedì, aprile 10, 2006

RAI in DRM, note a margine


E' già un bel po' che sono iniziate le sperimentazioni sul fronte del DRM. A trasmettere in digitale, sia in onde medie che in onde corte, sono già diverse emittenti. In onde medie ricordo Radio Lussemburgo, BBC, Radio Vaticana. In onde corte Deutche Welle, Radio France, Radio Kuwait, Radio Canada International, Radio Nederland, Radio Mosca. Ci sono però dei problemi. Non tutto, infatti, è rose e fiori.

Primo punto. Quanti sono gli ascoltatori di questi programmi in digitale? Pochi, pochissimi. Di fronte a investimenti cospicui sul mercato mancano i ricevitori per la massa degli utenti. Al momento a sintonizzare questi programmi sono persone appassionate di radioascolto, radioamatori o bcl, attrezzati di computer, programma idoneo (come il Dream) e ricevitore professionale o semiprofessionale. Senza autoradio e radioline portatili (a basso costo) capaci di ricevere il DRM questo standard non andrà lontano.


Secondo punto. La qualità audio fornita dal DRM è ottima. Ma, c'è un ma grande come una casa. Basta che le condizioni propagative peggiorino, che ci sia un po' di fading, qualche disturbo locale (caldaie, alimentatori, elettrodomestici di vario tipo...) e subito il segnale sparisce. Ne consegue una ricezione a singhiozzo, secondo la regola del tutto o nulla. Mentre con le trasmissioni normali anche se il segnale si abbassa l'ascoltatore riesce comunque a seguire un discorso o a non perdere un pezzetto di canzone. Il tutto è francamente molto fastidioso. Questo non vale se il trasmettitore è vicino all'ascoltatore, ovviamente.

Terzo punto. Il DRM con una radio normale si presenta come un forte fruscio che occupa una banda larga 10 kHz circa. Un disturbo che va a danneggiare i canali radio vicini. Ma anche l'ascolto di altre radio sullo stesso canale in altrui Paesi. Dal Nord Europa già lamentano le interferenze provocate dalla Rai Milano Siziano su 693 kHz. Questo vale per gli ascoltatori "normali". Per gli appassionati di radioascolto, che amano sintonizzare radio di Paesi lontani (quello che viene definito come DXing) il DRM rappresenta una vera iattura. Perché "ammazza" i segnalini sui canali adiacenti. In particolare quelli dal continente americano, dove i canali in onde medie sono spaziati di 10 kHz, invece di 9 kHz europei.

Osservazione. C'è chi dice che il sistema DRM potrebbe essere sfruttato con migliori risultati sulla banda FM, 88-108 MHz. Tra l'altro occupa meno larghezza di banda di quella occupata oggi da una trasmissione FM. Potrebbero essere quindi collocate più radio sulla banda FM, oggi invasa da una giungla di segnali sempre più forti che si accavallano, cercando di sorpassarsi a vicenda. A pensarlo sono quegli addetti ai lavori, che non vedono un grande futuro per il DRM sulle onde medie e corte.

Per chi vuole approfondire consiglio il sito di Andrea Borgnino

sabato, aprile 08, 2006

Radio africane, eppur si muovono

Eppur si muove. In Africa il mondo delle radio torna ad agitarsi. In Etiopia nasce la prima radio privata del Paese. Si tratta di Zami Public Connections, e sarà affiancata presto da una seconda emittente. Da pochi giorni trasmette solo ad Addis Abeba ma è un passo avanti, verso la democrazia. La notizia segnalata da Francesco Cecconi è ripresa da Nigrizia, rivista dei comboniani, che presenta un viaggio nelle radio d’Africa.

Rai Siziano in DRM su 693 kHz





Il tramettitore in onde medie di Milano Siziano torna ad accendersi sulla frequenza dei 693 kHz. Lo fa per lanciare la Rai in una nuova avventura tecnologica. Quella del Drm, ovvero delle trasmissioni digitali. La prima trasmissione è andata on air venerdì 7 aprile. Drm vuol dire Digital Radio Mondiale ed è un nuovo sistema di trasmissione capace di offrire anche in onde corte e medie un audio stereo di qualità superiore. Lo ha messo a punto un consorzio di cui fanno parte pure Radio France e la Deutsche Welle. Tra le radio che già lo usano da tempo la Radio Vaticana, sempre all’avanguardia nella sperimentazione di nuove tecnologie, Radio Lussemburgo, Radio Mosca e la Bbc. Le trasmissioni sperimentali da Milano Siziano andranno avanti un anno e l’investimento previsto è di 250mila euro. Il tramettitore è stato potenziato, portandolo a 100 KW. Al momento sui 693 kHz viene ritrasmesso il segnale di Radiodue, lo stesso ascoltabile in Fm. Del resto in passato qui era trasmesso il secondo programma. Poi il trasmettitore fu spento. La stessa sorte toccò anche al terzo canale. Restò operativa solo una frequenza, i 900 kHz. La decisione fu accolta con molte proteste, soprattutto dagli ascoltatori lombardi più anziani. «Si tratta di una grande sperimentazione tecnica di radiodiffusione digitale in onde medie – ha spiegato Piero Gaffuri, presidente di Rai Way – Sperimentare il sistema Drm è indispensabile per garantire ai programmi radiofonici della Rai di essere ricevuti in tutta Europa con una qualità migliore».

venerdì, febbraio 17, 2006

I 75 anni della Radio Vaticana - intervista


«Strumento per la libera comunicazione del messaggio del Papa a tutto il mondo». È la Radio Vaticana secondo la definizione di padre Federico Lombardi, gesuita, dal 5 novembre scorso direttore generale dopo quasi un quindicennio trascorso nel ruolo di direttore dei programmi. L'emittente pontificia compie 75 anni oggi, avendo iniziato le trasmissioni il 12 febbraio 1931, con il primo radiomessaggio, in latino, di Pio XI. «Unità, pace, verità, amore» restano le caratteristiche di fondo del servizio della Radio Vaticana alla Chiesa universale, in un'epoca in cui la radiofonia sta trovando nuovo spazio e nuova vita, dopo anni in cui sembrava schiacciata dalla televisione. Per l'emittente della Santa Sede, per statuto affidata alla Compagnia di Gesù, il servizio alla Chiesa universale si realizza all'insegna della «multiculturalità e del multilinguismo».

«Come la Chiesa è per sua natura universale - precisa padre Lombardi - così l'emittente è originariamente universale, non legata ad un punto di vista, italiano o eurocentrico. Fa parte della nostra stessa identità l'essere capaci di integrare in un'unica missione le differenti culture, per vincere la sfida di riuscire a tradurre un messaggio comune in culture e lingue diverse ed in maniera adeguata ed appropriata rispetto ai diversi contesti. Proprio la consapevolezza che tutti noi abbiamo della missione e dei compiti che dobbiamo svolgere costituisce il presupposto per realizzare una buona integrazione».

A questo proposito, padre Lombardi rileva l'importante ruolo dei laici, che costituiscono la maggioranza del personale e l'integrazione che viene realizzata con i gesuiti e i sacerdoti diocesani che collaborano. Se 75 anni non sono pochi, il patrimonio di esperienze e conoscenze acquisite si deve confrontare con le nuove sfide, tecnologiche e contenutistiche, dell'immediato futuro. Per quanto riguarda i contenuti della programmazione, si tratta di «individuare delle frontiere importanti nel mondo di oggi, quali possono essere il dialogo con le altre culture e religioni, sapersi rivolgere ai popoli dell'Asia, tenere conto dei bisogni dell'Africa, essere
attenti alle potenzialità dell'America Latina, tutti settori su cui ci sentiamo in prima linea». L'altra grande sfida riguarda la tecnologia, dal satellite agli sviluppi di internet, che offrono possibilità nuove ed in parte ancora inedite per un'effettiva possibilità di rivolgersi a tutto il mondo.

«Quindici anni fa - precisa padre Lombardi - siamo entrati nell'era delle comunicazioni via satellite, oggi invece ci sfida la comunicazione attraverso internet. Irrompono veramente delle frontiere nuove e lo sviluppo che ad esempio stiamo imprimendo al sito, come vettore della multilinguisticità ed universalità della radio, ci sta ponendo per davvero in prima fila all'interno di tutta la Chiesa».

Ma senza dimenticare i più poveri, che in questo caso vuol dire tutti coloro che subiscono il «divario digitale». «Non dobbiamo dimenticare di fornire un'offerta alla portata effettiva dei nostri potenziali ascoltatori. Per chi non può dotarsi di strutture tecnologiche comunque
costose, poco diffuse o poco di massa fuori dall'Occidente, la Radio Vaticana
continua a rendersi disponibile sulle onde corte, primo veicolo di trasmissione
e di ascolto, pur sperimentando anche in questo ambito nuove tecnologie digitali».

L'altra sfida, che dura da 75 anni e prosegue, è di coniugare sviluppo e risorse economiche disponibili. Qui si vince «seguendo la convinzione di avere un messaggio importante da offrire. Una convinzione capace di alimentare impegno e creatività per trovare soluzioni efficaci e positive in uno scenario di grande economia di risorse».
di Fabrizio Mastrofini - Avvenire 12 febbraio 2006

Altre informazioni (audio)
Il museo della radio Vaticana

giovedì, febbraio 16, 2006

Ai cinesi piace l'Africa

Ai cinesi piace l'Africa. Radio Cina Internazionale ha lanciato a Nairobi, la capitale del Kenya, una nuova emittente in FM che trasmette 19 ore al giorno in kiswahili, inglese e cinese. I cinesi sono già presenti in Africa con alcuni relay e la radio governativa serve tutto il continente in onde corte. Ma è evidente che l'interesse di Pechino cresce ancora. In particolare punta a intensificare gli scambi economici con il Kenya e l'Africa Orientale. In qualche modo il tentativo è di sostituirsi agli inglesi e alla loro BBC.

Per approfondire l'argomento è possibile leggere l'articolo di Cathy Majtenyi su VOAnews

Cuba, la guerra dei media

Siamo in molti ad avere ascoltato, con ottimi segnali, in questi giorni, anzi notti, Radio Republica su 6010 kHz. Si tratta dell'annesima radio anticastrista messa on air dai cubani in Usa, concentrati soprattutto in Florida, e sostenuti dal governo USA e soprattutto dai repubblicani, la destra amerciana.


In queste settimane la guerra dei media intorno a Cuba sta riprendendo vigore. Radio Republica è operata dal Directorio democratico cubano, organizzazione che in passato si fregiava anche del titolo "Revolucionario", tolto però dal proprio nome forse per dare un'immagine più rassicurante. In effetti anche la programmazione di Radio Republica appare più soft, più anglosassone che latina nella forma. Molta cultura e spazi dedicati ai giovani. Magari perchè ci si è resi conto che la propaganda troppo marcata e sfacciata non funziona. Il Directorio appare comunque legato a organizzazioni governative USA o ad associazioni non governative, ma legate al mondo politico repubblicano. In questo modo si è assicurato fondi non indifferenti.
Un fatto curioso. Radio Repubblica per diversi giorni annunciava anche la frequenza dei 5965 kHz su cui non operava, ma non quella effettiva di 6010 kHz. Così i burocrati dell'Havana deputati ai jamming, le radio che trasmettono rumore per disturbare le emissioni sgradite, si sono gettati sui 5695, dove però in realtà opera proprio Radio Havana, l'emittente internazionale del governo cubano. Risultato: i cubani si sono autodisturbati per diversi giorni. Tutto ciò fa ridere, ma è anche la misura della tensione esistente nell'area e dell'importanza data i media.
Glenn Hauser, con cui ho avuto uno scambio di mail in questi giorni a proposito di questa nuova emittente, sostiene che il trasmettitore possa trovarsi però non negli Stati Uniti, ma in Europa o, più probabilmente in Nord Africa. Qui, in Marocco, sono presenti molti trasmettitori dell'IBB, il potente International Broadcasting Bureau, finanziato dal Congresso americano per sostenere la propaganda statunitense nel mondo.

Intanto sul Miami Herald in questi giorni è comparso un articolo che racconta come Radio Martì si stia preparando a usare una stazione radio volante, per superare appunto il muro di jamming messo su dal governo cubano. Il velivolo porterà le antenne trasmittenti più vicino all'obiettivo per rendere più facile l'ascolto di Radio Martì sull'isola assediata.
Radio Martì si ascolta anche in Italia, sui 6030 kHz e altre frequenza. L'emittente è sostenuta dal governo di Washington e può contare sull'aiuto dell'IBB e dei suoi tanti trasmettitori sparsi per il mondo.

Per approfondire:

Glenn Hauser DXLD 3 gennaio 2006 (vai alla voce CUBA)

Directorio Democratico Cubano

Radio Republica

Miami Herald su Radio Martì

International Broadcasting Bureau

Radio Martì

La Turchia parla italiano in onde corte

A sorpresa, e in controtendenza, la Voce della Turchia il 1° gennaio ha inaugurato una trasmissione in italiano sulle onde corte. La frequenza è 6185 kHz (banda dei 49 metri), l’orario 18.30-19. Una mezz’oretta divisa in tre fasce. La prima dedicata alle notizie, la seconda alla rassegna della stampa turca, la terza alla cultura turca. Il 1° gennaio quest’ultima è stata dedicata a Leyla Gencer, famosa soprano turca che raccolse molti successi anche alla Scala di Milano.
La novità radiofonica rappresenta un evento ormai più unico che raro. Negli ultimi 20 anni le trasmissioni nella nostra lingua si sono ridotte a vista d’occhio, scomparendo dalle onde corte una dopo l’altra. Dalla britannica Bbc fino al grosso delle radio dei Paesi dell’Est, un gran numero di emittenti ha deciso di risparmiare tagliando le redazioni italiane.
La ragione di questa scelta turca appare squisitamente politica. Il governo di Ankara vuole entrare nell’Unione europea, ma le resistenze sono forti. A iniziare dall’opposizione austriaca. Per vincerle si è deciso di puntare anche sulla comunicazione.

Radio Giovanni Paolo II

Nuova emittente onde medie e FM

Da qualche giorno è attiva una nuova emittente: Radio Giovanni Paolo II, ascoltata da diversi DXer in questi giorni in onde medie, ma che è on air anche in FM.
La nuova radio è veneta (area del Garda) trasmette oltre che su 1620 kHz anche su 94,9 MHz in FM dal Monte Pastello. Il presidente, Eliseo Mischi, mi ha spiegato che si tratta di una radio pensata in particolare per i giovani, che avranno ampio spazio nella programmazione, una volta che questa sarà a regime.
I proprietari dell'emittente hanno anche Radio Happy Days, in FM, già ben radicata nel territorio del Basso Garda veneto. Questa opera su 91.5 e 94.7 MHz, con i tx a Colle San Lorenzo (non lontanto da Peschiera).
La radio è privata e non ha nulla a che vedere con Vaticano, Conferenza episcopale italiana, Diocesi o altra associazione cattolica.
Rapporti di ascolto possono essere inviati a video75@libero.it (all'attenzione di Eliseo Mischi, presidente)
- Vedi anche il blog MW -

L'Italia delle radio libere


Il 21 dicembre, mercoledì, alle 8.00 e alle 00.35 su RAI Educational e RAI 3 andrà in onda il documentario "I Cento Fiori. L'Italia delle radio libere", di Amedeo Ricucci e Stefano Dark, regia di Maurizio Carta e Amedeo Ricucci. Realizzazione Road Television e raccontato da Christian Iansante per «La storia siamo noi» - Rai Educational (dir. Giovanni Minoli).

Dal comunicato stampa:
Suoni, colori, emozioni: a 30 anni dall'inizio del fenomeno "radio libere" il più completo documentario televisivo realizzato sull'argomento in Italia.
Il 1975 è l'anno in cui, tra musica, impegno, nuovi linguaggi e partecipazione del pubblico, si levano le prime voci locali che bucano il monopolio pubblico Rai. Una libertà d'antenna esplosa e sancita con modalità del tutto impreviste.
I due autori de "I Cento Fiori" condensano in un'ora le premesse storiche antecedenti il '75 (tra cui lo svecchiamento di radio Rai dagli anni '60 con l'arrivo di memorabili programmi giovanili) e da lì, grazie alla raccolta di documenti e testimonianze di grande valore, ricostruiscono con perizia quella irripetibile stagione e i suoi sviluppi, attraverso singole storie di radio (molte le stazioni in fm sulle quali ci si può più o meno sintonizzare.) e toccando alcuni temi relativi (la società, la politica, i mass-media, i consumi.). Come in un vero programma radiofonico Renzo Arbore, Fausto Terenzi, Piero Scaramucci, Federico l'Olandese Volante, Renzo Rossellini, Marco Baldini sono solo alcuni nomi nel coro delle tante voci protagoniste che ci raccontano, insieme alle avvincenti immagini e alle rarissime registrazioni dell'epoca, la portata di un'epopea tutta italiana: quella delle radio libere.
Con l'occasione, ringraziamo le persone che in ogni modo ci hanno aiutato a realizzare questa "pagina" di storia collettiva. Un lavoro che mancava, dal quale inoltre è stata realizzata anche una versione estesa su un volume (in libreria dalla primavera 2006 sarà possibile leggere "Libere. L'epopea delle radio italiane degli anni '70" a firma di Stefano D'Arcangelo).

Amedeo Ricucci e Stefano Dark
in collaborazione con www.fm101.it e www.stelleinfm.it

Radio Tirana, un Paese in crisi

Un po' tutti segnalano che Radio Tirana sulle onde corte è off. A metterla fuori combattimento è la grave crisi energetica che sta attraversando l'Albania. Al momento sono on air solo le emittenti straniere com Radio Cina Internazionale e Trans World Radio (religiosa protestante) che usano gli impianti albanesi, pagando in moneta pregiata. E' evidente che c'è ancora molto da fare per ricostruire il Paese delle aquile.
I più giovani non se lo ricordano, ma a suo tempo, negli anni Settanta, Radio Tirana con i suoi programmi in italiano era anche un piccolo mito. Allineata su posizioni rigidamente filocinesi e maoiste i suoi notiziari erano sull'ideologico esilarante. Altri tempi. Comunque anche oggi da quelle parti non se la passano esattamente bene.
Vedi il sito di Radio Tirana

Nuovo trasmettitore Rai in onde medie a Coltano (Pisa)

A Coltano, in provincia di Pisa, la Rai sta mettendo a punto un nuovo trasmettitore da 100 KW, utilizzando il vecchio apparato di Firenze. Trasmetterà in onde medie, sui 1062 kHz. La decisione è stata presa dopo che si è constatata l'impossibilità di mettere in funzione il sito di Roma Blera. La Rai si è trovata contro tutti e il ricorso al Tar del Lazio è stato respinto. L'elettrosmog rifiutato dai romani sarà riversato sulle campagne toscane. I tecnici Raiway sono quindi al lavoro non lontano dalla palazzina usata da Guglielmo Marconi nel 1903 per le sue prime trasmissioni su lunga distanza (vedi altro post in questo blog). Stanno installando una nuova antenna (vedi) (dal sito di Andrea Borgnino).

Marconi e il caso Coltano


L'Italia è un Paese singolare. Non ama i suoi tesori. Non riesce a valorizzarli. Li getta via, mentre potrebbe farne fonte di ricchezza culturale ed economica. I musei, si sa, sono quello che sono. Ma pensiamo anche alla storia della radio. Nel novero degli italiani possiamo contare anche Guglielmo Marconi. Il genio dal forte senso pratico che ha "dato vita" alla radio. Una scoperta, o un'applicazione di principi fisici conosciuti ma non utilizzati, che ha cambiato il mondo. Il suo panfilo, l'Elettra, un mito della storia della tecnologia è andato perso. Ma anche la storica palazzina di Coltano, in provincia di Pisa, è in stato di abbandono. Eppure anche qui si sono scritte pagini importanti della storia delle omunicazioni mondiali. In questa località Marconi installò nel 1903 un grande impianto utilizzato per le trasmissioni a lunga distanza con un trasmettitore a scintilla. Scrive, inoltre, Andrea Borgnino: Dal 1919 al 1924 viene gestito dalla Marina come importante centro di trasmissione ma soprattutto dal 1930 passa al ministero delle Poste e Telegrafi e diventa uno dei più importati centri radio marittimi e radiotelefonici europei. La seconda guerra mondiale distrugge purtroppo sia le antenne che il fabbricato trasmettitori P.T. lasciando quasi intatta la palazzina Marconi lasciata oggi al completo degrado.
Basta guardare queste immagini per rendersente conto: http://www.mediasuk.org/archive/coltano/oggi.html.
Altre informazioni: http://www.mediasuk.org/archive/coltano/storia.html. (dal sito di Andrea Borgnino)

La domanda è semplice: perché non restaurare la palazzina, in collaborazione magari con l'Associzione radioamatori italiani, e adibirla a museo, centro didattico e centro di attività radioamatoriale? Se n'era parlato tempo fa ma poi non è successo nulla. Leggi Newton on line