mercoledì, settembre 15, 2010
CW - Più veloce degli SMS
Più veloce degli SMS
e tra i caratteri ha introdotto la chiocciolina
In fondo anche l’alfabeto Morse ha radici cristiane. Legate, da una parte, alla religiosità statunitense e, dall’altra, all’associazionismo: che resta uno dei collanti fra l’esperienza di fede e la società. Partiamo dall’inizio.
La storia del codice si sovrappone a quella del telegrafo che l’americano Samuel Morse brevetta a cavallo fra gli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento. La prima linea telegrafica che vede la luce è quella fra Baltimora e Washington. Il 24 maggio 1844 viene inviato il messaggio d’esordio. È un versetto della Bibbia tratto dal capitolo 23 del libro dei Numeri: «Cosa ha operato Dio!». Poi, quando la lingua binaria dell’artista-inventore si trasforma nel cardine del primo sistema internazionale di comunicazione che, con il «telegrafo senza fili» di Guglielmo Marconi, farà il suo vero salto di qualità, il codice Morse diventa sempre più popolare. Non solo fra gli addetti ai lavori, ma anche fra i ragazzi.
Le lettere convertite in punti e linee piacciono agli scout, il movimento fondato nel 1907 da Robert Baden-Powell. «Ho imparato la mappa caratteri del Morse – racconta il 65enne californiano Dennis Franklin, membro dell’International Morse Preservation Society – quando ero boy-scout. Lo utilizzo da quasi mezzo secolo e l’ho perfezionato da radioamatore». Certo, dialogare con luci o suoni a intermittenza in un’uscita dell’Agesci è una sorta di tuffo nel passato per bambini o adolescenti cresciuti con il cellulare o davanti al computer.
E chi l’ha detto che il Morse sia sinonimo di comunicazioni al rallentatore? In Australia, nel luglio del 2005, col patrocinio del Powerhouse Museum di Sydney che unisce scienza e design, si sono sfidati un ultranovantenne telegrafista in pensione, Gordon Hill, e un tredicenne appassionato di sms, Brittany Devlin. Obiettivo: accertare chi fosse il più veloce a inviare un testo. Ebbene, il veterano delle radiotrasmissioni ha avuto la meglio battendo di gran lunga il ragazzo «esperto» in messaggini. Del resto, si continua ancora oggi a giocare con il Morse.
Basta assistere alle gare del Campionato del mondo di telegrafia ad alta velocità (l’Hst, che sta per High speed telegraphy) che dal 1995 si tiene ogni due anni in giro per il globo. L’ultima edizione si è svolta nel 2009 a Obzor, in Bulgaria. Quattro sono le prove: due di trasmissione e due di ricezione. Nel test di ricezione le lettere in Morse vengono inviate a velocità sempre superiori finché il concorrente è capace di comprenderle. Nell’esame di trasmissione va scritto il maggior numero di caratteri e cifre in un minuto senza commettere errori. E i fuoriclasse? Non sono soltanto cinquantenni o sessantenni. Nel torneo ci sono anche categorie riservate agli under 16 o a chi ha fra i 17 e 21 anni. Perché – viene da dire – il Morse fa incontrare le generazioni.
di Giacomo Gambassi (Pubblicato su Avvenire, inserto Agorà, il 12 settembre 2010)
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