lunedì, maggio 26, 2008

La radio che verrà


L'Istituto per la Formazione al Giornalismo “Carlo De Martino”, di Milano, ha presentato nei giorni scorsi il convegno “La radio che verrà, metamorfosi e prospettive di un mezzo di successo”. Presenti il direttore di Radio24 Giancarlo Santalmassi, la voce sportiva Bruno Pizzul, la prima speaker femminile di RMC Luisella Berrino, e il direttore artistico di Virgin Radio, Dj Ringo.

Un mezzo che non conosce crisi: i suoi numeri, a partire dal numero di ascoltatori fino agli introiti pubblicitari, sono dagli esordi fino ad oggi sempre in crescita. Qualche dato? Sono 350 le emittenti italiane attualmente censite da Audiradio, 34 milioni l'audience media negli ultimi 12 anni, 7 milioni gli ascoltatori giornalieri di Radio1 (la rete più seguita) e 601 milioni di euro il volume degli investimenti pubblicitari per il 2007.

Prospettive future Dopo un tuffo nel passato - dai pioneristici tempi di RadioRai, passando per le emittenti libere degli anni Settanta fino ai nuovi esperimenti dell’AllNews e AllMusic – i protagonisti hanno puntato lo sguardo verso il futuro dell’etere. Un destino difficile da decifrare, come lo stesso Pizzul ha subito precisato: “Non so fare previsioni, non sono la persona giusta per fare questo tipo di analisi”. Il numero uno di Radio24 ha provato invece a sbilanciarsi: “La radio ha resistito all’arrivo della Tv, del Cinema e di internet” questo perché “è il mezzo più dinamico di tutti che consente di fare altre cose mentre la si ascolta”. Ringo è ancora più categorico: “Non bisogna pensare a grandi evoluzioni, la cosa più importante è la qualità, nella musica e nei programmi d’informazione dove la voce prevale”.

Un passato glorioso Il futuro dell’etere va letto avendo piena consapevolezza della sua storia passata. La comunicazione radiofonica ha tanti pregi, tra gli altri, spiega Berrino ripercorrendo la sua lunga carriera on air, “la magia che si instaura nella confidenza tra conduttore e ascoltatori”. Un rapporto, continua la speaker di RMC, che nasce “appena mi metto davanti al microfono: lì mi sento come se fossi sola, e le parole nascono con naturalezza e spontaneità”. Lo stesso non vale per gli altri mezzi d’informazione, tra tutti la televisione: “ La Tv è un mezzo vecchio, che obbliga lo spettatore ad una fruizione forzata, senza possibilità di dibattito”, spiega Ringo. E Santalmassi: “Tutte le volte che interviene la televisione l’evento si trasforma in qualcos’altro mentre la radio sa raccontarlo più fedelmente”. La radio, è la convinzione del direttore di Radio 24, si ascolta e si segue nel tempo "perché è l'unico mezzo che riesce a creare un vero senso d’intimità collettiva”. (da GiornaleRadio Info)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Da Nonno Guglielmo in poi, senza certo dimenticare Zio Eugenio (Finardi), la Radio è il mezzo del cuore. Non può esistere un futuro senza cuore, non può esistere un futuro senza Radio.