da Juba (Sudan) - Il traliccio metallico del ripetitore spunta tra le capanne, gli
studi di registrazione sono due container mimetizzati sotto un tetto spiovente:
Radio Bakhita, sui 91 MHz in Fm, prima emittente cattolica della storia del Sudan, da ieri è finalmente nell'etere. «Ci sono voluti tre anni, ora siamo in onda», spiega alla vigilia del lancio ufficiale la direttrice suor Cecilia Sierra Salsido, missionaria comboniana originaria del Messico. «Non è una radio cattolica per cattolici, ma una voce per la pace e la riconciliazione».
Quattro-sei ore al giorno di trasmissioni «dipenderà anche dall'energia elettrica disponibile» - sorride la suora-giornalista - per parlare «a un pubblico di giovani». Che in Sud Sudan sono nati e cresciuti con il sottofondo della guerra. Adesso si cambia ritmo: «I sudanesi sono creativi e hanno dentro la musica. Li ascolteremo e li faremo parlare». Un drappello di giovani con formazione giornalistica minima raccoglierà notizie. L'emittente le diffonderà a un pubblico potenziale di 400.000 ascoltatori in un raggio di 30 chilometri intorno a Juba. «Il progetto prevede poi un network in tutto il Sud Sudan», spiega la responsabile di Radio Bakhita, che prende il nome dalla prima e unica santa sudanese originaria del Darfur canonizzata nel 2000 da Giovanni Paolo II. «Qui come in gran parte dell'Africa la radio è l'unico strumento d'informazione». L'emittente trasmetterà in inglese, in arabo classico e in «arabo sudanese». Porte aperte nel doppio container
a chiunque porti messaggi di riconciliazione. Il palinsesto è pronto: il programma di punta si chiama, manco a dirlo, «journeys of peace», viaggi di pace. (E.B.)
da Avvenire 9 febbraio 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento